sabato 5 novembre 2022

Storia dell'arteterapia

 I primi gruppi di arteterapia nascono nel 1942 per i malati di tubercolosi. Comincia la Gran Bretagna ad aprirsi a questa novità terapeutica e inizialmente il metodo è quello di una scuola dell'arte.

E' l'epoca dei sanatori, quegli ambienti poco consolatori in cui i degenti per lunghi periodi vivono forti stati d'animo depressivi.

Un maestro d'arte scopre che attraverso la proposta pittorica, queste persone si coinvolgono e il loro stato migliora. Nel giro di qualche anno, questo "intrattenimento" artistico prende il nome non più di scuola d'arte ma di "arteterapia" termine coniato dal suo fondatore, il maestro Adrian Hill. Questi, oltre ad essere maestro d'arte, ha una preparazione di tipo psicologico e la capacità quindi di far riflettere i "pazienti" sui propri stati emotivi e su come poterli esprimere attraverso la forma artistica.

Altri professionisti in seguito, pittori, psicologi, psichiatri iniziano ad approfondire e a diffondere questa nuova disciplina. 

L'arteterapia nasce e si diffonde soprattutto in quei paesi che hanno avuto importanti tradizioni di studi psicoanalitici e psichiatrici e nasce come risposta ad un bisogno.

Oltre alla Gran Bretagna, anche la Francia, la Germania e gli Stati Uniti la riconoscono. Sono luoghi questi in cui, a differenza di altri, si respira un clima di rinnovamento riguardo alla ricerca di nuove metodologie pedagogiche e di riabilitazione. La guerra è finita e questo evento ha lasciato forti traumi a livello psicologico oltre che fisico nei soggetti che l'hanno vissuta, questo fa nascere un bisogno di cura. Così l'arte grafica e la musica incominciano in quel periodo ad essere prese  in considerazione  come possibili trattamenti,   soprattutto nel campo  della riabilitazione psichiatrica. La novità è la chiusura dei manicomi e degli ospedali psichiatrici, strutture che vengono sostituite da ambienti più aperti e in un certo senso più umani. Nascono di conseguenza le prime comunità terapeutiche all'interno delle quali si attivano le arti terapie.

 Alcuni esempi di questo rinnovamento si trovano in due ospedali di New York, in cui vengono creati i primi laboratori espressivi terapeutici per gruppi di "pazienti" ricoverati che propongono attività artistiche con la finalità di un reinserimento sociale.

Pittori, scultori e artisti sono i primi collaboratori che impostano il lavoro in modo nuovo: nasce così l'Art Therapy. Anche a Parigi negli anni '50  si aprono i primi atelier di arteterapia nei quali questa disciplina è utilizzata come esperienza di cura e proprio lì viene riconosciuta la figura dell'"artista- terapeuta". 

Si incomincia a considerare le produzioni artistiche dei malati mentali come prodotti particolari che veicolano dei messaggi. C'è un nuovo approccio all'arte infantile e si dà un particolare valore alla relazione col bambino.

Artisti come Paul Klee e Vasily Kandinsky sono fra i primi ad avere queste nuove visioni; essi ritengono che il bimbo con la sua scioltezza e libertà nella comunicazione grafica sia il modello da imitare. Diceva Kandinsky che la visione del mondo espressa attraverso gli scarabocchi contiene l'anima intensa e il suo profondo, carattere che un'espressione accademica non ha.   

(Tratto dal libro" L'Arteterapia"  di R. Molteni)

    



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