sabato 11 marzo 2017



L'anno scorso, alla Galleria Forma Meravigli di Milano  ho visto la straordinaria mostra di Vivian Maier,  la tata fotografa, oggi considerata una delle figure più importanti del ventesimo secolo nell’ambito della street photography.  Erano esposte più di cento fotografie in bianco e nero  scattate per strada (a New York e Chicago) tra gli anni cinquanta e sessanta: il ritratto fedele di un'epoca vissuta nelle grandi città americane del dopoguerra, una realtà che Vivian Maier ha registrato con grande intensità artistica. 


Seppur scattate decenni or sono – scrive Marvin Heifermann – le fotografie di Vivian Maier hanno molto da dire sul nostro presente. E in maniera profonda e inaspettata. Molti di noi condividono il suo stesso desiderio e il suo impulso di fare fotografie – grazie alla tecnologia digitale a nostra disposizione, oggi lo possiamo fare. Se con Facebook, Flickr e Instagram, oggi siamo in grado di produrre immagini e con un semplice click proiettarle in tutto il mondo, l'innegabile talento di Vivian Maier, abbinata al fermo proposito di mantenere la propria attività di fotografa come una questione privata, ci affascina e al tempo stesso ci confonde ..."

 In molte immagini compare il suo volto riflesso nelle vetrine, negli specchi, nei finestrini delle auto...

 Vivian Maier non si separava mai  dalla sua macchina fotografica:  una Rolleiflex 6 X 6 e fotografava in continuazione, anche durante le  passeggiate al parco e in città con i suoi bambini. Gli scatti realizzati nella sua vita sono oltre centomila: volti di bambini, anziani, ricche signore, operai, barboni, coppie di passanti   colti di sorpresa  nella loro profonda umanità.


E' stato possibile  ammirare anche una serie di fotografie a colori scattate negli anni settanta ed alcuni filmati in super 8 .



Artista di grande sensibilità,  solitaria, schiva  e indipendente  realizzò un incredibile numero di immagini senza mai mostrarle a nessuno. La sua vita è stata paragonata a quella della grande poetessa statunitense Emily Dickinson  che scrisse le sue poesie e le sue riflessioni senza mai pubblicarle....












Molti dei suoi ritratti si riflettono su altri oggetti, la sua ombra  si proietta nel mondo, Vivian  cercava se stessa attraverso l’arte della fotografia, il  gioco di specchi e riflessi raccontano la sua profonda ricerca interiore.
Ho osservato attentamente questo autoritratto che mi ha particolarmente coinvolta,  nell'ombra è riflessa la sua immagine nella luce, forse rappresenta un cambiamento,  una rinascita....
 
“Le foto di Vivian Maier affascinano non solo perché siamo in grado
 di vedere il suo mondo attraverso i suoi occhi, 
ma anche perché ci offrono un così vivido esempio di ciò di cui gli artisti 
e noi tutti abbiamo bisogno, vediamo e per il quale viviamo”
Marvin Heifermann





L'archivio di Vivian Maier conteneva  più di 120.000 negativi e pellicole non sviluppate, stampe, film in super 8 o 16 millimetri, registrazioni, appunti e altri documenti di vario genere. Un  archivio tenuto nascosto e  scoperto solo dopo la sua morte, in una casa d’aste di Chicago, dal giovane John Maloof, se non fosse stato per il suo impegno,  di Vivian non avremmo mai saputo nulla.

  In una lettera ritrovata, Vivian Maier scriveva ai propri bimbi:
 ” Ho fotografato i momenti della vostra eternità, affinchè non andassero perduti”.

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