Ora, nel giardino, le ortensie sono cambiate: i petali hanno preso i toni del té e della carta antica, e anche così, nei loro colori spenti ma eleganti, conservano una loro grazia silenziosa.
I due piccoli filari di vite si sono vestiti d'oro e di rame e tra le foglie spunta ancora qualche grappolo d' uva.
C'è un silenzio pieno, in questi giorni: non vuoto, ma in attesa.
Il giardino sembra sapere che ogni stagione porta con sé un tempo di preparazione, un ritmo che non si può forzare.
Ogni mattino cambia qualcosa - una luce, un profumo, una sfumatura - e io mi accorgo di quanto la bellezza viva nei passaggi, nei piccoli mutamenti.
Forse è questo che il giardino insegna meglio di tutto: accogliere, custodire, lasciar andare - e poi ricominciare, con dolcezza.






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