LA POESIA DEI FIORI
Nessun luogo poteva essere più adatto del suggestivo Giardino botanico Spinarosa per celebrare una delle più grandi poetesse americane e di sempre: Emily Dickinson
Sabato 27 giugno, ho avuto il piacere di partecipare ad un interessante incontro artistico - letterario. Ospite e relatore dell'evento il Prof. Davide Ferreri, che ci ha condotti con competenza ed entusiasmo nel meraviglioso universo poetico di Emily Dickinson.
Si è trattato del primo di tre incontri rivolti a scoprire il rapporto che alcuni letterati e scrittori hanno
intrattenuto col mondo delle piante e dei fiori e di come questa passione abbia caratterizzato la loro
vita.
Il Prof. Davide Ferreri con il Dr. Maurizio Scaglia, curatore del Giardino Botanico Spinarosa |
Non molti sanno che la Dickinson era appassionata di botanica, amava prendersi cura del proprio giardino, il suo erbario, capolavoro di straordinaria bellezza, è conservato nella sala a lei dedicata presso la Biblioteca di Harvard.
Amava scrivere alle persone care, lettere appassionate alle quali spesso allegava dei fiori essicati...
Una lettera è gioia terrestre -
negata agli Dei...
Ascoltavo, assorta, intorno e dentro di me danzavano nell'aria calda di giugno, versi luminosi come stelle, delicate farfalle dalle ali di luce, che mi raggiungevano come un magnifico dono.
Dalla solitudine vissuta da Emily, scaturiva una costellazione di parole scintillanti, un mondo immenso senza porte, nè confini, perchè non esistono confini per l'immaginazione...
Nessun vascello c'è che come un libro
possa portarci in contrade lontane
nè corsiere che superi la pagina
d'una poesia al galoppo...
Attraverso le pagine dei libri possiamo raggiungere qualsiasi luogo e dimensione e mentre nella mia mente affioravano spontaneamente
pensieri ed emozioni, è stato inevitabile immaginare che Emily ci
raggiungesse...
Camminava, sorridendo, tra le luci e le ombre del
giardino, indossava, come di consueto, un abito bianco, lungo, di
cotone leggero, tra le braccia aveva un bellissimo mazzo di fiori che
aveva raccolto per noi.
Forse, vincendo la sua ritrosia, avrebbe
letto qualcuna delle sue luminose poesie, forse ci avrebbe raccontato
qualcosa della sua vita, forse ci avrebbe rivelato i misteri
dell'eternità.
E come ogni fiore, ogni foglia, ogni pianta presente
nel giardino, avremmo conservato per sempre la sua voce, lo splendore
dei suoi versi, fuori dal tempo e dallo spazio come la sua straordinaria
poesia.
Io abito la Possibilità
Una casa piu’ bella della prosa
piu’ ricca di finestre
superbe le sue porte.
E’ fatta di stanze simili a cedri
che lo sguardo non possiede
Come tetto infinito
ha la volta del cielo...
Il mio giardino - come la spiaggia
indica che c'è - un mare -
che è l'estate -
Come queste - le perle
che porta - come me.
in un comune mattino d'estate,
un fiasco di rugiada, un'ape o due,
una brezza,
un frullo in mezzo agli alberi -
ed io sono una rosa.
Nessun commento:
Posta un commento